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587. Il Khichri di Birbal

585_Birbal

Una mattina di inverno, fredda e nebbiosa, il grande imperatore Akbar e il suo saggio consigliere Birbal camminavano tranquillamente attorno a un lago.

Birbal si fece pensieroso e disse: "Ogni uomo ha il suo prezzo, per denaro l’uomo è pronto a fare tutto!"

 

Akbar meditò per qualche minuto, poi sfiorò l’acqua gelida del lago con un dito e disse: "Darò un forziere pieno di monete d’oro a colui che passerà la notte intera immerso nelle acque di questo lago! Credi che esista al modo un uomo tanto folle da accettare la mia sfida?"

 

Birbal era certo di poter trovare qualcuno disposto a passare la notte a mollo in cambio della ricca ricompensa, e si mise a cercare il disperato.

 

Lo trovò nella zona della città abitata dai poveri, in una piccola capanna decrepita scovò un poveraccio abituato a non avere nulla con cui sfamare la sua famiglia, pronto ad affrontare il gelo per le monete d’oro.

 

Il pover'uomo passò tutta la notte immerso nelle acque del lago, sorvegliato a vista dalle guardie dell’imperatore.

 

La mattina seguente venne portato dal grande imperatore per ricevere la meritata ricompensa.

 

Akbar gli chiese: "Come hai fatto a resistere nell’acqua in una notte tanto fredda?"

“Mio Signore, sull’altra sponda del lago c’era un lume accesso. Mi sono concentrato tutto il tempo su quella fiammella, cercando di allontanare la sensazione pungente del freddo dalla mia mente, pensando al tepore di quel fuoco" disse il povero uomo.

 

Il bisbetico Akbar si rifiutò di consegnare l’oro all'uomo, adducendo che fosse stata la fiamma del lume a far resistere e sopravvivere il disperato nell’acqua gelida.

 

Il pover'uomo disperò e corse da Birbal per chiedere aiuto.

 

Il giorno seguente Birbal non si presentò a corte.

Akbar mandò una guardia a chiamarlo e chiedere la spiegazione della sua assenza.

La guardia ritornò dicendo che Birbal stava preparando il khichri e sarebbe tornato solo dopo aver finito di cucinare.

 

Passarono le ore e Birbal non comparve.

 

Allora Akbar e il suo seguito andarono da lui e lo trovarono seduto a terra davanti a un minuscolo fuoco sopra cui, a oltre un metro di altezza, era appesa una pentola con dentro il khichri da cucinare.

 

"Cosa stai facendo, Birbal?" chiese Akbar.

"Sto cuocendo il mio khichri, sua maestà!"

Akbar e le guardie scoppiarono in una fragorosa risata.

 

"Come può cuocere il khichri in una pentola così lontana da quel piccolo fuoco?" chiese divertito Akbar.

 

"Nello stesso modo in cui il povero uomo immerso nell’acqua gelida ha potuto ricevere calore e conforto dalla fiammella del lume sull’altro lato del lago!"

 

La risata di Akbar si smorzò. L’imperatore capì l’arroganza e l’assurdità del suo comportamento e fece consegnare il forziere pieno di monete d’oro al poveraccio che aveva sfidato la morte immerso nel lago per la promessa di denaro.

 

Per saperne di più...

Le storie di Akbar e Birbal sono note in tutta l'India e da generazioni sono tramandate nei villaggi e nelle città come un patrimonio familiare. Si caratterizzano per l'acume, la saggezza e l'umorismo e descrivono le vicende del re Akbar e del suo fedele consigliere, Birbal. Akbar Il Grande fu un imperatore della dinastia moghul, vissuto fra il 1542 e il 1605. Birbal, era il suo fedele consigliere, nella realtà Mahesh Das. Onesto, intelligente e astuto, il saggio consigliere risolveva le situazioni più intricate, svelando le trame dei cortigiani invidiosi, smascherando falsi brahmini e mercanti disonesti, difendendo i più deboli e aiutando l'illuminato sovrano a governare con equità e amore per il suo popolo.
La loro proverbiale amicizia è da secoli un esempio di dialogo e di ascolto reciproco.

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